Perfetto imperfetto
Quando si parla di danza, nella nostra mente balena immediatamente l’idea di perfezione. En dehors perfetto, collo del piede da invidia e via dicendo. Ma la natura umana non è perfetta e i nostri corpi sono progettati per essere imperfetti.
Sbagliare va bene, sbagliare è necessario per migliorare
Siamo quindi tutti consapevoli che la perfezione non esiste e la danza, quella vera, ci invita ad accettarlo e ci sprona a dare il massimo, ci sfida a chiedere a noi stessi il meglio che possiamo fare, niente di più.
Spesso però il ballerino corre il rischio di cadere nel tranello del perfezionismo e confondere la disciplina con un’eccessiva scrupolosità che si ripercuoterà negativamente sul suo modo di ballare e sul suo benessere psico-fisico.
Il perfezionismo, infatti, spinge a esigere da se stessi (o dagli altri) performance di qualità superiore rispetto a quelle richieste o necessarie. Porta con sé critica e autocritica sproporzionate, la sensazione di non essere mai abbastanza bravo, con conseguenti sensi di colpa e la paura di commettere errori.